RTX 3080 TI

Abbiamo davvero bisogno di una RTX 3080 Ti? Una domanda lecita, perché negli ultimi mesi sono arrivate sul mercato alcune delle schede video migliori degli ultimi anni, a partire dalla RTX 3080 fino alla RTX 3060. La serie RTX 3000 di NVIDIA è stata un successo su tutti i fronti, tranne uno, ovvero la disponibilità di prodotti. La carenza di chip non accenna a placarsi e questo ha reso difficile, e in molti casi impossibile, acquistare una di queste GPU.
Tornando quindi alla domanda iniziale, abbiamo davvero bisogno di una RTX 3080 Ti? La risposta è sì, e per due motivi. Il primo, scontato, è che una nuova GPU di fascia alta permette di intercettare le necessità degli utenti enthusiast, sempre in cerca di nuovi componenti con cui spingere al massimo le prestazioni. Il secondo, ancora più importante, è che i nuovi modelli Ti sono tutti dotati di un blocco per il mining, che almeno in questo momento sembra funzionare bene e dovrebbe limitare l’acquisto di queste schede da parte dei miner.

Una gemella dalla RTX 3080

La RTX 3080 Ti assomiglia molto alla 3080 normale, non siamo quindi di fronte a una scheda dalle dimensioni elevate come la RTX 3090. La più grande differenza visibile è nella parte posteriore, dove le griglie per il passaggio dell’aria sono state eliminate in favore di quattro sbocchi decisamente più grandi, che permettono al calore di fuoriuscire meglio dalla scheda. Per il resto è difficile distinguere i due modelli, lunghi entrambi 285 mm. Il look riprende quello delle altre RTX 3000 e sembra strizzare l’occhio più al mondo professionale che al gaming, con una scocca interamente in metallo e dalle linee razionali. Le zone illuminate sono due, una vicino alla ventola sul lato sinistro, l’altra invece sul bordo alto, a rendere visibile la scritta GeForce RTX. Sempre sul bordo alto è installato il connettore a 12 pin per l’alimentazione, che utilizza due connettori a 8 pin per dare energia alla scheda.

Nella parte bassa troviamo il connettore PCIe 4.0, questa volta la tecnologia Resizable Bar è implementata direttamente senza bisogno di un aggiornamento del firmware. Il suo impatto è molto relativo e varia da gioco a gioco, ma si tratta comunque di una funzionalità in più che non fa certo male.

Il sistema di dissipazione funziona come per la 3080 base, con due ventole installate ai lati opposti della scheda. Quella posteriore incanala l’aria attraverso le heat pipe e la spinge in alto, per essere espulsa dalla ventola posteriore del case. Quella installata vicino alle connessioni video spinge invece l’aria all’interno del dissipatore, estraendola poi dalle feritoie posteriori della scheda, un sistema che funziona bene ma che necessità di un flusso d’aria costante dal posteriore all’anteriore, come del resto avviene nella maggior parte dei case venduti oggi.

Durante le nostre prove abbiamo rilavato una temperatura in idle di 35 gradi, mentre sotto sforzo si arriva a 75 gradi. Si tratta di valori in linea con quanto abbiamo visto fino a questo momento nelle altre schede con architettura Ampere, questo nonostante un TDP più alto. Quello della RTX 3080 era di 320 W, in questo caso si sale invece a 350 W, niente di estremo, soprattutto se si considera che l’alimentatore consigliato rimane da 750 W.
A livello di connessioni troviamo una HDMI 2.1, con supporto fino all’8K a 60 Hz, e tre DisplayPort. Insomma le novità in questa RTX 3080 Ti non sono visibili dall’esterno, è all’interno infatti che NVIDIA ha cambiato diversi aspetti rispetto alla RTX 3080.

La nuova GPU alla prova

Abbiamo affrontato più volte le novità introdotte nell’architettura Ampere, potete leggerle nella recensione della RTX 3080. Oggi ci concentreremo sulle specifiche della nuova RTX 3080 Ti e sulle sue prestazioni, che portano la gamma 3080 ad avvicinarsi moltissimo alla RTX 3090. Perché allora realizzare una nuova GPU se già la 3090 offre performance simili nel gioco? Semplicemente perché, come abbiamo sempre detto, la 3090 non è una GPU pensata per il gioco, o per lo meno non solo per quello, ma è adatta a un tipo di utilizzatore diverso, che sfrutta la scheda video sia per il gaming che per il lavoro. I 24 GB di RAM dalla 3090 sono sovradimensionati per un computer dicato solo al gioco e portano verso l’alto il prezzo di listino (di 1549 euro), ecco perché una 3080 Ti ha senso nella gamma prodotti di NVIDIA, visto che riesce a portare le prestazioni nel gaming del modello superiore a un costo più contenuto.

Per farlo NVIDIA ha scelto il chip GA102, lo stesso della 3080 e della 3090, ma con quasi tutte le unità di calcolo sbloccate. Troviamo infatti 10240 CUDA Core (contro i 10496 della 3090), 320 Tensor Core (328 nella 3090) e 80 RT Core (82 nella RTX 3090). Sul fronte memoria NVIDIA ha fatto una scelta che potrebbe far storcere il naso, ovvero l’utilizzo di 12 GB di RAM (10 nella 3080), la stessa quantità della RTX 3060. In realtà non si sente affatto il bisogno di maggiore memoria, arrivare a 16 GB avrebbe sicuramente fatto felici gli utenti più esigenti ma avrebbe anche alzato il prezzo. NVIDIA ha preferito puntare sulla velocità della memoria, grazie all’utilizzo delle GDDR6X e soprattutto di un bus molto ampio, allo stesso livello della RTX 3090. Le GDDR6X lavorano infatti a 9500 MHz su un bus a 384 bit (320 bit nella 3080 base), per un bandwidth totale di 936,2 GB/s.

Rispetto alla RTX 3090 manca invece all’appello il connettore NVLink, per collegare una seconda scheda e sfruttare così l’enorme numero di unità di calcolo. Una configurazione di questo tipo è efficace in ambito professionale ma non in quello ludico, NVIDIA ha fatto bene a non utilizzare il connettore NVLink su questa 3080 Ti.
Le frequenze dichiarate da NVIDIA mostrano un clock per GPU di 1.67 GHz in modalità boost, ma come sappiamo gli algoritmi di gestione delle frequenze nelle schede video della casa verde portano questo valore decisamente più alto, rimanendo tra i 1900 e i 1950 MHz durante il gioco.
Tutta questa potenza ha portato a un miglioramento rispetto alla RTX 3080 soprattutto in 4K, mentre in Full HD il distacco è meno marcato, anche perchè più influenzato dal processore utilizzato. Per la prova abbiamo impiegato una CPU Intel i9-10900K, con 16 GB di RAM a 3200 MHz, scheda madre ROG Maximus Hero XIII e monitor ROG PG27UQ.

Come si può vedere dai benchmark la RTX 3080 Ti stacca il modello precedente alle risoluzioni più elevate offrendo così un boost utile soprattutto in 4K. Non siamo ovviamente di fronte a una rivoluzione, chi è riuscito ad acquistare una RTX 3080 non sentirà il bisogno di un upgrade, ma resta il fatto che la variante Ti riesce ad offrire un frame rate più elevato quando messa pesantemente sotto stress, come nel caso del 4K con Ray Tracing attivo. Come sempre il DLSS è fondamentale in questi casi, la tecnologia di NVIDIA riesce ancora oggi a stupire in quanto a efficacia. Abbiamo svolto test con diversi giochi, e il risultato è sempre lo stesso: la RTX 3080 Ti offre un aumento prestazionale dal 5 al 10% rispetto alla 3080, variabile in base al titolo e alla risoluzione, e riesce a gestire bene tutti i titoli utilizzati. Anche con Ray Tracing e DLSS attivi il risultato finale non cambia: Cyberpunk 2077 gira in 4K al massimo del dettaglio a 36 fps (33 la RTX 3080), mentre Control raggiunge i 68 fps (63 la RTX 3080).
Chiudiamo questa prova parlando anche un po’ di mining. Le nuove varianti Ti hanno un blocco che impedisce di utilizzarle con profitto in questo campo, ma per capire bene come funziona abbiamo fatto minare Ethereum al nostro sample di prova per circa 10 minuti, utilizzando Ethminer. Il comportamento della GPU di NVIDIA è interessante, perché da un lato mostra il potenziale della scheda in questo campo, dall’altro però fa vedere che le contromisure prese funzionano.
Appena iniziato il test infatti l’hashrate è di ben 109 MH/s, un valore molto elevato e paragonabile a quello della RTX 3090: di fatto siamo di fronte a una della GPU più potenti per questo ambito. Dopo pochi istanti però l’hashrate inizia a diminuire, portandolo alla fine intorno ai 58 Mh/s. 58 Mh/s non sono pochi in senso assoluto, ma siamo di fronte a valori simili a quelli di una ben più vecchia Radeon 5700 XT (che si ferma a circa 50 Mh/s). Appare chiaro che, visto il costo di listino di 1199 euro (destinato purtroppo a salire nel mercato reale), la nuova RTX 3080 Ti non vale il prezzo del biglietto per i miner. Ora resta solo da capire se il blocco di NVIDIA riuscirà a resistere, ma questo potrà dircelo solo il tempo.

La RTX 3080 Ti è una scheda pensata per gli utenti più esigenti che non sono ancora riusciti ad acquistare una RTX 3080. Il nuovo modello è più potente e ha più memoria, senza però rivoluzioni nelle prestazioni, e offre quanto di meglio un gamer possa volere oggi da una scheda video. La bontà dell’offerta NVIDIA è stata chiara fin dall’arrivo delle prime RTX 3000 e questa variante non fa altro che confermare quanto visto in passato, ma portando il tutto a un livello ancora più alto, senza scomodare la RTX 3090, che oggi appare più a fuoco se associata la mondo dei professionisti. Nel gaming lo stacco tra i RTX 3080 Ti e RTX 3090 è troppo piccolo per giustificare la differenza di prezzo, ecco perché la 3080 Ti assume un senso nella lineup di NVIDIA, che potrà ora contare su una scheda top di gamma poco profittevole per il mining, e che quindi dovrebbe trovare maggiore spazio nei case dei giocatori piuttosto che nei rig per minare criptovalute. La RTX 3080 rimane comunque una valida alternativa, di certo nettamente più vantaggiosa nel rapporto prezzo-prestazioni, l’unico problema è sempre lo stesso, ovvero la reperibilità. In un mercato normale consiglieremo di andare sulla RTX 3080, ora come ora però le alternative non ci sono, bisogna comprare quello che si trova. Ovviamente queste considerazioni valgono per queste varianti Founders Edition, i prezzi dei modelli custom sono ben più alti e al di fuori da ogni logica, segno che il momento difficile è destinato purtroppo a proseguire.

FONTE EVERYEYE.IT

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